ARBORICOLTURA CONSOCIATA

LE SPECIE PIU' IMPORTANTI DA USARE

Premettendo che anche i terreni più poveri e siccitosi possono essere cambiati completamente grazie all'uso di specie accompagnatrici pioniere ad alta resistenza e di elevata vigoria vegetativa, ecco le specie da usarsi:

OLMO SIBERIANO: è la miglior pianta accompagnatrice per le zone più siccitose e collinari poiché cresce molto velocemente (1,5-2 metri/anno) ed è fondamentale per creare sistemi frangivento nel contorno dell'arboreto da reddito. È stato usato in passato con successo in grandi opere di rimboschimento e in grandi impianti frangivento nel Sud Italia e sulle isole; ha un legno piuttosto buono da ardere e ha un'ottima facoltà di ricacciare una volta ceduato, è resistente alla grafiosi e abbastanza alle rosure fogliari del coleottero giallo e nero Galerucella luteola.
Il peso medio del legno secco é di 600 kg/mc.

MAGALEPPO o CILIEGIO DI S. LUCIA o CILIEGIO ODOROSO: è la pianta più importante dell'arboricoltura consociata perché, sebbene sia un arbusto grande, si comporta in effetti come un albero potentissimo a portamento però cespuglioso. Questo è molto importante per i nostri fini perché in poco tempo il Magaleppo crea un effetto frangivento generale e di climatizzazione dell'intero impianto, nonché un'ombra fin da subito addossata alla specie pregiate, obbligandole a crescere con un fusto perfetto o comunque facilmente guidabile. Se tale pianta non è presente, e quindi non è possibile svolgere questo effetto di ombra, risulta molto difficile, costoso e complicato riuscire a dare una forma armonica ed equilibrata al tronco delle piante pregiate.
Il Magaleppo si rivela pertanto indispensabile nei primi 6/10 anni, ovvero nella prima fase di crescita dell'impianto, per ottenere la GIUSTA FATTEZZA e la GIUSTA LUNGHEZZA del fusto utile.
Ma anche nella seconda fase di crescita dell'impianto quando, dopo aver eseguito il primo taglio di ceduazione delle specie accompagnatrici, si deve passare alla fase di REGOLARE ed ARMONICA CRESCITA DEGLI ANELLI DELL'ALBURNO, la presenza delle ceppaie ripollonanti di Olmi e Magaleppo è fondamentale perché mantiene il FRESCO, l'UMIDO, l'OMBRA e l'HUMUS necessari alla veloce e sicura crescita dell'impianto.
Il peso medio del legno secco é di 842 kg/mc.

OLMO CAMPESTRE: anche questa specie di Olmo, tra l'altro autoctono, è molto valida per i rimboschimenti; e anche se è sensibile alla grafiosi in effetti nei primi 8/10 anni di crescita non è particolarmente attaccabile dalla grafiosi perché la pianta, ancora giovane, è molto vigorosa e più rustica, e comunque anche se due o tre esemplari su cento fossero colpiti dalla grafiosi la cosa non comprometterebbe l'impianto.
È comunque vero che l'Olmo campestre consociato ad altri Olmi siberiani, ai Magaleppi e agli Ontani si avvantaggia della fertilità creata da questi, diventando più robusto e più rustico. Infine, se verso il decimo anno d'impianto, al momento del primo taglio di ceduazione intercalare, qualche esemplare di pianta pregiata si rivelasse difettosa si può tagliarla. e al suo posto si può rilasciare un Olmo campestre - che ha un legno pregiato - mantenendo cosi il numero di 408 piante pregiate ad ettaro.
Il peso medio del legno secco é di 620 kg/mc.

ONTANO NAPOLETANO: questa specie di albero accompagnatore può, come l'Olmo campestre, essere usata sia per la produzione di legna da ardere che di legno pregiato. Risulta importante perché fissa l'azoto nelle radici, migliorando notevolmente la fertilità dell'arboreto, però non tollera i terreni troppo siccitosi e/o troppo argillosi, nei quali stenta a vivere e nei quali può facilmente soccombere.
Non tollera inoltre le zone troppo ventilate, specialmente se battute dai venti estivi molto caldi e secchi. In condizioni ambientali non troppo siccitose è comunque meglio destinarla, insieme agli altri due Olmi citati, alle file più interne e riparate dell'arboreto, riservando per l'appunto all'Olmo siberiano, al campestre e al Magaleppo la costituzione delle file più esterne, in modo che proteggano l'Ontano napoletano con la loro azione frangivento.
Il peso medio del legno secco é di 650 kg/mc.

ONTANO NERO: E' un albero accompagnatore molto importante in quanto fissa l'azoto nelle radici e aumenta notevolmente la fertilità del terreno anche con la sua lettiera molto appetita dai lombrichi, ha un buon effetto ombreggiante e produce ottimo legno sia da ardere che pregiato. Ama i terreni di medio impasto, freschi e umidi della pianura o dei fondovalle collinari e montani, non tollera terreni troppo argillosi, sassosi e con siccità estiva elevata.
Peso medio del legno secco é di 650 kg/mc.

Tra le specie pregiate possiamo sicuramente utilizzare le seguenti:

NOCE COMUNE (Juglans regia): molto pregiato, specialmente se prodotto in arboreti consociati con Magaleppo, Olmi ed Ontani, è una specie che non tollera i terreni troppo argillosi o troppo sassosi, ma vegeta bene nei terreni adatti ai frutteti e alla vigna sempre che non siano troppo siccitosi. Ha bisogno di una protezione frangivento perché solo in tal modo può crescere vigoroso e forte.
Il peso medio del legno secco é di 659 kg/mc.

CILIEGIO SELVATICO (Prunus avium): è anch'esso molto interessante ma, come il Noce, odia i terreni troppo argillosi e con asfissia radicale; inoltre, avendo un apparato radicale superficiale, non tollera periodi di siccità troppo prolungata e si avvantaggia moltissimo della consociazione con Olmi, Ontani e Magaleppi, aumentando dal 75 al 150% la produzione di legname pregiato.
Il peso medio del legno secco é di 715 kg/mc.

FARNIA (Quercus robur): è l'unica specie di quercia autoctona a velocissima crescita; cresce bene come la Rovere anche nei terreni acidi, ma, a differenza della Rovere, molto bene anche nei terreni alcalini, in quelli argillosi specialmente se abbastanza umidi in profondità. Non tollera invece i terreni troppo sassosi e siccitosi in profondità, si avvantaggia in modo straordinario della consociazione con Olmi, Ontani e Magaleppi, producendo un 50-100% in più di legname di ottima qualità.
Il peso medio del legno secco é di 782 kg/mc.

FRASSINO MERIDIONALE o OSSIFILLO (Fraxinus angustifolia): tra le specie pregiate che possono essere coltivate nei terreni collinari e montani (fino ai 1.000 - 1.200 m nel sud dell'Italia), il Frassino meridionale è certamente la più produttiva, anche se il suo legno non è dei più costosi. Si adatta bene un po' dovunque. in tutti i terreni anche se sono argillosi e sassosi, dove naturalmente cresce meno velocemente. Nella consociazione con Olmi, Ontani e Magaleppi può produrre un 50 -100% in più di legno.
Il peso medio del legno secco é di 618 kg/mc.

PERO SELVATICO, SORBO DOMESTICO, SORBO CIAVARDELLO (Pyrus pyraster, Sorbus domestica, Sorbus torminalis): queste tre specie della famiglia delle Rosacee sono molto rustiche e grazie all'apparato radicale fittonante come le querce si adattano bene ai terreni argillosi, sassosi e siccitosi. Hanno un legno molto pregiato, anche più del Noce, valutabile fino a Lit. 8.000.000 al metro cubo e vendibile già con un diametro di soli 30 cm.
Il peso medio del legno secco é di 710 kg/mc per il Pero, 785 kg/mc per il Sorbo e 700 kg/mc per il Ciavardello.

© Vivaio C.R.E.A. - Centro Riproduzione Essenze Autoctone - CARPI (MO)