Legambiente e La Nuova Ecologia presentano l'elenco delle aziende alimentari "ogm free"

Ci sono gli spaghetti della Barilla e il cornetto Algida, i baci Perugina e i cioccolatini della Danone, il panettone Motta e i cereali della Kellog's. Nello stesso carrello della spesa ecco i bastoncini di pesce della Findus e i salumi della Negroni, la Simmenthal e gli yogurt della Fattoria Scaldasole, le birre e il Grana Padano. E poi via via fino al dessert della Sorbetteria Ranieri o della Gelateria Ghisolfi andando a chiudere con un caffè Hag o Splendid. Un lungo carosello di prodotti, che non sono l'elenco dei prodotti di qualità, ma sono tutti accomunati da un "No": quello contro gli Organismi geneticamente modificati (Ogm), contro il frankenstein-food tanto per intenderci, pronunciato in maniera netta da oltre 60 grandi aziende alimentari, da tre catene della grande distribuzione (Coop, Esselunga, Il Gigante) e da alcune aziende specializzate in pappine per i bambini (Plasmon, Nipiol, Dieterba, Gerber), che si attengono così al regolamento del Ministero della Sanità che dal maggio di quest'anno vieta l'uso di prodotti Ogm negli alimenti per bambini fino a tre anni.

Ecco, in sintesi, il risultato della campagna per una sana alimentazione "Piatto Pulito", lanciata a settembre da Legambiente e La Nuova Ecologia. Gli esiti dell'iniziativa, pubblicati in un articolo sul numero de La Nuova Ecologia oggi in edicola, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro, il vicepresidente di Slow Food Giacomo Mojoli, Francesco Panella dell'Unaapi (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani) e il presidente nazionale di Legambiente Ermete Realacci.

"Abbiamo chiesto alle aziende alimentari di dichiarare se volevano propinare ai clienti (e a loro insaputa, vista l'attuale legislazione!) mais o soia geneticamente modificate - ha dichiarato Realacci - o cibi "dalla coscienza pulita", cui fossero note la provenienza d'origine e i trattamenti subiti, e la risposta è stata positiva oltre ogni aspettativa. Moltissime ditte hanno aderito alla "lista della buona spesa", confermando così che la preoccupazione per il super-cibo non è un pallino di qualche ambientalista integralista, ma un tema ormai molto sentito da tutti".
Tra le adesioni, alcune aziende note proprio per aver scelto da sempre alimenti biologici, come la Fattoria Scaldasole, altre leader nei propri settori di mercato come la Barilla, Buitoni o Cirio e De Rica, e anche alcune grandi multinazionali recentemente "riconvertite", come la Nestlè che si è da poco risolta all'uso di ingredienti "puliti" (e che quindi ha ancora in commercio alcuni prodotti contenenti ingredienti geneticamente modificati), o come la Kellog's che si è convinta a commercializzare cereali ogm free solo in Europa grazie alla mobilitazione dei consumatori e pertanto continua ad utilizzare tali ingredienti (Ogm) nei prodotti commercializzati in America.

"Il fallimento della conferenza di Seattle - ha aggiunto Mojoli - ha evidenziato che i temi di una sana alimentazione e di un'agricoltura di qualità coinvolgono ormai una moltitudine di persone in tutti i paesi del mondo. Le multinazionali del biotech dovranno adattarsi alle richieste del mercato che, per primo, mette in dubbio che le sperimentazioni transgeniche siano davvero prive di rischi. Certo questo è un primo passo importante, ma è poi necessario passare ad una fase successiva, per cui oltre ad informare correttamente i consumatori sulla provenienza dei cibi, occorre puntare alla salvaguardia di quelli che sono i prodotti tipici tradizionali, organoletticamente di qualità".

Le aziende che hanno risposto all'invito di Legambiente e de La Nuova Ecologia, sulla base di un'autocertificazione impegnano casa madre e fornitori a non utilizzare Ogm.
"Ed è, questa, l'unica linea di condotta oggi percorribile - ha spiegato il presidente nazionale di Legambiente Ermete Realacci - in sede comunitaria è infatti ancora in corso un polemico dibattito sulla obbligatorietà dell'etichettatura dei cibi transgenici, e in mancanza di adeguata legislazione l'Ue si appresta a definire liberi da Ogm quegli alimenti che contengono meno dell'un per cento di ingredienti biotech. Una scelta che non rispetterebbe il diritto dei consumatori ad essere informati correttamente. Ci auguriamo invece che presto ci sia una norma che permetta di verificare le autocertificazioni che presentiamo oggi".
E' noto ormai che gli Ogm sono presenti in oltre il 60% dei prodotti alimentari in vendita sul mercato: dai biscotti al pane, dai piatti pronti ai surgelati, sebbene non esistano, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, prove scientifiche che possano far luce sui loro effetti a lungo termine in agricoltura e quindi nell'alimentazione.
"La battaglia contro l'introduzione indiscriminata del biotech in agricoltura non è finalizzata solo alla difesa della salute e della biodiversità. - ha aggiunto Realacci - E' anche un modo per difendere l'agricoltura di qualità, che altrimenti verrebbe spazzata via. La logica industriale nel contesto dell'agricoltura ha stravolto i modi e i tempi di produzione. Con il risultato di far diminuire la qualità ed aumentare le sofisticazioni e le frodi. In questo momento risulta fondamentale quindi puntare sulla qualità, per salvaguardare e valorizzare una ricchezza di sapori e di tradizioni unica".

La lista della Buona Spesa

Nel corso della conferenza stampa Legambiente e Unaapi hanno rilanciato la petizione per il "Miele Buono" con la quale chiedono al presidente della Commissione Europea e al presidente del Consiglio di impegnarsi affinché la direttiva europea sul miele sia modificata in modo da riconoscere il miele come prodotto agricolo (e non industriale) di cui il consumatore deve poter conoscere origine, trattamento e data di produzione, e "Piatto Pulito", la petizione indirizzata al presidente del Senato e al presidente della Camera affinché la normativa di recepimento della direttiva europea in discussione in Parlamento imponga una moratoria della commercializzazione di prodotti e derivati alimentari geneticamente modificati in tutta l'Europa, obblighi i produttori ad indicare correttamente sulle etichette la provenienza e i componenti degli alimenti, stabilisca norme rigorose in tema di brevettabilità.
A tal riguardo è stata anche presentata la proposta di legge sull'etichettatura dei prodotti geneticamente modificati (H.R. 3377) presentata alla Camera dei Rappresentanti Statunitense nel novembre scorso, da deputati di entrambi i partiti, che dimostra che anche negli Stati Uniti, la voce dei consumatori inizia a farsi sentire.

LA LISTA DELLA BUONA SPESA DI LEGAMBIENTE

Ecco l'elenco delle aziende e delle catene di distribuzione di prodotti alimentari che hanno scelto di non utilizzare ingrediendi geneticamente modificati

Alimenti per Bambini Dieterba, Gerber, Mellin, Nipiol, Plasmon
Biscotti/Merendine Bauli, Buitoni, Doria, Freddi, Galbusera, Kellog’s, Kinder, Lazzaroni, Loacker, Mellin, Motta, Mulino Bianco, Nuova Forneria, Paluani, Pandea, Parmalat, Perugina, Podere Emilia, Valsoia, Saiwa
Latte e Yoghurt Danone, Fattoria Scaldasole, Granarolo, Parmalat, Valsoia
Pasta, Riso, Zuppe e Primi piatti Barilla, Bioappetì, Buitoni, Cirio, De Cecco, Fini, Knorr, Paf, Rana, Risogallo, Star, Suzi Wan, Uncle Bean
Birra Agroalimentare sud, Birra Forst, Heineken, Birra Menabrea, Birra Peroni, Carlsberg, Castello di Udine
Formaggi Fattoria Scaldasole, Grana Padano, Kraft, Invernizzi, Osella, Star
Salumi/Carni Aia, Amadori, Casa Modena, Citterio, Fini, Fiorucci, G. Bellentani 1821, G. Pozzoli 1875, Leoncini prosciutti, Levoni, Manzotin, Negroni, Simmenthal, Pandino wurstel, Unibon, Valsoia, Villani
Pesce in Scatola Carlos Primero, Rio Mare, Star
Contorni, Bioappetì, Cirio, De Rica, Pfanni, Star
Olio e Aceto, Salse e Condimenti Alpino, Ardita, Barilla, Bertolini, Bonduelle, Buitoni, Calvè, Cirio, Cuore, Dante, De Cecco, De Rica, Foglia D'Oro, Friol, Fresco Gusto, Gradina, Hellmann’s, Kraft, Knorr, Maya, Monini, Rana, Rodolfimansueto, San Giorgio, Sasso, Star, Topazio, Tortì, Valsoia
Caffè Hag, Splendid
Surgelati Bo Frost, Bonduelle, Buitoni, Findus, Orogel, Valsoia
Bevande Biosanafrutta, Brioschi, Colibrì, Enervit, Estathe’, Fattoria Scaldasole, Frizzina, I Frutti G, Idrolitina, Lipton, Montania, Parmalat, Star, Sun Tea, Te' Ati
Gelati Algida, Gelateria Ghisolfi e Mucca Mucca, Sorbetteria Ranieri, Valsoia, Sanson
Dolci Bauli, Baunty, Cote D’or, Danone, Dietor, Dietorelle, Doria, Saiwa, Fattoria Scaldasole, Ferrero, Freddi, Fresco Forno, Lindt & Sprüngli, Mars, Milka, Motta, Paluani, Parmalat, Pasticca Del Re Sole, Perugina, Perfetti, Podere Emilia, Santa Rosa, Twix, Vantaggio, Sanson
Alimenti per animali Caesar, Chappy, Kitekat, Loyal, Pedigree, Sheba, Whiskas
Catene di distribuzione alimentari Conad, Coop, Esselunga, Il Gigante
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